Riprendendo il titolo di un film di successo, questo articolo si potrebbe anche chiamare “Ferracane e le 6 sfumature di Catarratto”. Creatività e fermento, ricerca e ascolto vanno mano nella mano nella cantina Ferracane. Il risultato è un nuovo vino di un vitigno che ormai è la punta all’occhiello di Fabio Ferracane: il Catarratto.
Da anni Fabio lavora e sperimenta con esso. La partecipazione alle fiere di vino, lo scambio con gli amici produttori e gli assaggi di altri vini hanno portato alla creazione dell’”Aggiara”.
Ormai sono 6 le etichette di Catarratto made by Ferracane: l’ancestrale “Foddreè”, il “Guanciabianca”, il “Macerato”, la Vendemmia tardiva “Elisir”, il “Muffato” e infine l’”Aggiara”. Fabio sta sperimentando col suo vitigno del cuore, per capire come si comporta e cosa diventa usando diversi tipi di materiale (acciaio, legno, anfora) e di metodi di produzione (metodo ancestrale, metodo ossidativo, macerazione, fermentazione classica)
Fabio ci racconta con questo vino un “metodo di lavoro capace di rilasciare un’impronta: ho ricercato per questo vino dal gusto autentico e identitario uno stile unico che accompagna intatta la purezza del vitigno.”
Le prime bottiglie prodotte sono poche, solo 179. Si tratta di un vino non filtrato e senza solfiti aggiunti (12 mg/l). La gradazione alcolica è di 12,5%.
L’anfora e il Catarratto
Il vino e l’anfora sono compagni di viaggio da millenni. Basti pensare ai qvevri della Georgia o alle centinaia di anfore romane. Grazie alla loro forma, economicità e capacità di trasporto, per millenni le anfore sono state i contenitori preferiti sia per chi faceva il vino che per chi lo commercializzava.
L’anfora utilizzata per l’”Aggiara” non è un’anfora di terracotta, bensì di ceramica, cotta a 1050°C. Ha una forma a uovo che ne facilita il riempimento, lo svuotamento e la pulizia. L’anfora ha una microporosità che permette una micro-ossigenazione inferiore a quella di una barrique, con il vantaggio di non apportare nulla al vino che ospita, né tannini, né aromi ma di far risaltare le peculiarità del vitigno e del terroir.
La creazione dell’”Aggiara”
Il 2019 è stata la prima annata dell’”Aggiara”. Si è raccolta l’uva nella prima decade di settembre ed è stata fatta una macerazione sulle bucce di 21 giorni.
A fine imbottigliamento Fabio ha lasciato il feccino (la “madre”) nell’anfora, la quale va ad arricchire in struttura il vino, il quale poi è stato imbottigliato a settembre 2020.
Le particolarità gusto-olfattive del Catarratto in anfora e come abbinarlo
La peculiarità del Catarratto in anfora è dal punto di vista aromatico, nel corpo e nella struttura del vino.
Il Catarratto “Aggiara” al naso è più selvaggio, pieno e diretto. Ci attrae grazie al suo maggiore appeal dovuto alla sua grande aromaticità.
In bocca il vino risulta più robusto, più pieno rispetto ad esempio al macerato in acciaio, con un tannino più smussato. Infine spicca per una maggiore sapidità e freschezza.
Vi consigliamo di abbinare l’“Aggiara” con carni bianche o rosse in umido (tipo alla cacciatora), oppure con del pesce dal sapore deciso, come un trancio di tonno. Sta bene, grazie alla sua spiccata sapidità, anche con un bel fritto di pesce.
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